Alle tre di notte tra sabato e domenica tornerà l’ora solare e, puntale, torna anche il dibattito sulla reale utilità di una misura, l’ora legale, adottata soprattutto in nome del risparmio energetico.
Terna, azienda che gestisce la rete elettrica in Italia, ha stimato un minor consumo di energia elettrica di circa 580 milioni di kilowattora che, tradotto in soldoni, fa poco meno di 95 milioni di euro. Questa cifra, l’equivalente del fabbisogno annuale di 200mila famiglie, riguarda il solo 2016. Nel periodo che va dal 2004 al 2015 l’ora solare ha permesso minori consumi per 7 miliardi 270 milioni di kilowattora, con un risparmio di circa 1 miliardo di euro.
Questo il quadro, almeno per quanto riguarda i minori consumi e i mancati esborsi degli italiani. Altro discorso invece è l’impatto che l’avvicendarsi dei sistemi solare-legale ha sulla nostra salute.
In Italia, questa volta a prescindere dall’orario legale e sempre usando i dati forniti da Terna, dal 2004 al 2014 c’è stata una tendenza alla diminuzione dei consumi di energia elettrica dello 0,9% a livello nazionale. Diminuzione meno avvertita a Settentrione (-0,8%), e nel Sud del Paese (-0,8%) e più marcata al Centro (-1,4%).
Copione quasi identico per quanto riguarda l’uso privato di energia elettrica, con cali in tutte le Regioni ma meno accentuate al Sud (-0,6%), poi al Nord (-0,8%) e ancora una volta con il Centro che veste i panni della formica (-1,1%), per una diminuzione media nazionale dello 0,8%.
Sarebbe interessante potere disporre dei dati di consumo suddivisi per mese. In effetti, anche nel pieno dell’ora solare, i mesi primaverili impattano in modo relativo sul risparmio energetico per l’illuminazione. D’altro canto, nei mesi estivi, i minori consumi per l’illuminazione sono almeno parzialmente compensati dall’energia impiegata per i condizionatori d’aria.
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Fonte: http://www.wired.it/economia/business/2016/10/28/ora-legale-risparmio/
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