sabato 29 ottobre 2016

Hajime Tabata: “La storia è la cosa più importante in un Final Fantasy”

Dopo dieci anni di attesa, Final Fantasy XV è pronto al lancio internazionale, che avverrà in contemporanea in tutto il mondo il 29 novembre per Playstation 4 e XBox One. Un percorso lungo e non privo di difficoltà, cominciato con l’annuncio del gioco come spin-off di Final Fantasy XIII con il titolo di Final Fantasy Versus XIII e solo successivamente, data la sua vastità, riconvertito a XV.

Il game designer Hajime Tabata, ospite a Lucca Comics & Games 2016, ha dimostrato di sapere bene quanto i nuovi fan attendano questo nuovo capitolo della saga, e in apertura della conferenza stampa ha mostrato la dedica iniziale del gioco, che recita: “Dedicato ai fan di sempre e ai nuovi amici di Final Fantasy”. Tabata promette che Final Fantasy XV riporterà la serie ai suoi fasti dopo l’accoglienza fredda di Final Fantasy XIII (che pur ha avuto due seguiti), e ci rivela che l’ispirazione del gioco nasce da un lungo viaggio in Italia che fece a vent’anni, di cui troviamo le tracce nell’ambientazione (un’intera città è ricalcata su Venezia) e nella centralità del cibo come momento di riposo e aggregazione.

Pur fornendo molti dettagli tecnici specifici, Tabata non ha mancato di ricordare quanto sia lo storytelling a essere veramente importante in un Final Fantasy. Abbiamo scelto di concentrarci proprio su questo in una breve intervista.

Normalmente i Final Fantasy sono progetti avvolti da grande segretezza, il team lavora a porte chiuse. Questa volta, però, avendo mostrato prestissimo il primo trailer di Versus XIII, vi siete trovati a lavorare a porte aperte. Questo ha cambiato il vostro modo di lavorare?

“Parecchio, specialmente perché eravamo consapevoli del fatto che alcuni erano in attesa di Versus XIII, altri di FFXV. Il fatto di aver annunciato presto il gioco ci ha messi sotto pressione, ci ha fatto sentire osservati, è stata un’esperienza nuova e un po’ faticosa. Lavorando in questo modo, però, ho capito qualcosa di importante: il videogioco non è un oggetto mio, anche se ne sono il designer, è del giocatore. Dall’inizio alla fine, è sempre suo”.

Un’altra particolarità di Final Fantasy XV è che a un certo punto il team di sviluppo (prima guidato da Tetsuya Nomura) è completamente cambiato. Quanto della storia era stato realizzato fino a quel momento, e quanto è stato tenuto?

“La sostituzione del team è avvenuta nel momento in cui il progetto Versus XIII è diventato FFXV. L’idea alla base del gioco stava crescendo sempre di più e ci sembrava giusto mirare a un pubblico più vasto, raggiungibile solo da un nuovo capitolo principale. Da spin-off, Versus era stato pensato per ampliare la mitologia alla base di Final Fantasy XIII. Tutta quella parte è stata accantonata e sostituita dal fulcro di una nuova storia, cioè i legami: quelli di un gruppo di amici che parte insieme per un viaggio, ma anche tra un padre e un figlio. Questa è stata la vera aggiunta, quella fondamentale”.

Qual è il peso della storia e dei personaggi nel successo – anche commerciale – di un Final Fantasy?

“La storia è la cosa più importante, in assoluto. Niente ha la stessa centralità, in questa saga. Il gioco viene costruito intorno alla storia e il gameplay viene ideato successivamente, pensando a come trasmetterla al massimo delle sue potenzialità. Certo, a seconda dei momenti di gioco è possibile che gli equilibri cambino e che certe sezioni siano più improntate sull’azione, ma questo è normale. Con Final Fantasy XV abbiamo prima stabilito la linea generale della storia, soffermandoci sulle atmosfere e chiedendoci: quale esperienza vogliamo far vivere al giocatore? Successivamente, concretizzandone i dettagli, è nato anche il sistema di gioco. Da quel punto in poi, le due cose sono proseguite in parallelo”.

Non so se in Giappone sia lo stesso, ma in Occidente la saga di Final Fantasy è estremamente popolare anche tra le giocatrici donne, ne siete consapevoli? Lo tenete presente, in fase di sviluppo?

“La cosa a cui tengo di più è creare giochi universali che possano emozionare tutti, senza differenza di sesso, età, etnia o cultura. Quindi sì, sono consapevole dell’interesse delle giocatrici e mi fa molto piacere, ma non faccio scelte di genere, lavorando, neanche di genere maschile”.

I protagonisti di Final Fantasy XV sono tutti ragazzi e questo non accadeva dagli albori della saga, nei primi anni Ottanta. Cosa ci dice dell’unica donna finora presentata, Lunafreya?

“Abbiamo cercato di non pensare a lei come all’unica donna, sarebbe stato ingiusto e non era nostra intenzione “sfruttarla” in questo senso. Di base, Final Fantasy XV parla di un’amicizia maschile, ma crediamo che il tema possa appassionare ugualmente uomini e donne. D’altra parte, volevamo che la caratteristica principale di Lunafreya fosse la sua indipendenza. Molte delle eroine dei Final Fantasy precedenti dovevano essere protette, per un motivo o per l’altro. Lunafreya è una figura più forte, perché volevamo rispecchiare la realtà. Oggi le donne sono molto più forti di come apparivano anni fa, quando è iniziata la saga. Io ho viaggiato in tutto il mondo e non ho mai incontrato una donna debole. Semmai, è il contrario. Le donne sono molto più forti degli uomini”.

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Fonte: http://www.wired.it/gadget/videogiochi/2016/10/29/hajime-tabata-final-fantasy/

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