Il tratto di John Cassaday è unico. Una volta visto un suo disegno, lo si potrebbe riconoscere ovunque: pulizia nelle linee, realismo, attenzione al dettaglio. Disegnatore autodidatta, Cassaday negli anni è arrivato a vincere svariati premi Eisner per le sue opere. Lo abbiamo incontrato a Lucca Comics & Games, ospite di Panini Comics, che ha pubblicato in Italia diversi suoi lavori.
Hai lavorato su grandi testate, come Planetary, Astonishing X-Men e Star Wars, e con grandi autori, tipo Warren Ellis, Joss Whedon e Jason Aaron. Con quali personaggi ti sei sentito più a tuo agio?
“Sono stato a mio agio con tutti i personaggi, quelli di Planetary erano addirittura co-creazioni con Warren [Ellis], ma la parte più importante è che sono cresciuto con loro: amo gli X-Men, per esempio, e altri personaggi Marvel o Dc. È come se fosse un tornare a casa, nel momento in cui arrivi a disegnarli. Per me è come sognare a occhi aperti poterci giocare. Ho avuto la fortuna di lavorare su incredibili personaggi, con altrettanto incredibili autori. Questo fa la differenza: gli scrittori devono capire davvero i personaggi, come per esempio Joss [Whedon] con gli X-Men o Jason [Aaron] con Star Wars”.
Proprio con Astonishing X-Men, insieme a Whedon, penso che abbiate toccato una vetta che non si vedeva da tempo…
“Ho conosciuto Joss perché era un grande fan di Planetary, e mi ha contattato, tramite amici comuni, per fare qualcosa insieme. Avevamo qualche buona idea e siamo diventati velocemente amici. Per tre o quattro anni abbiamo continuato a sentirci e a rimpallarci a vicenda la domanda: ‘Che cosa vorresti fare?‘. In quel momento la Marvel arrivò da noi per proporci gli X-Men. Così l’uno diceva all’altro ‘Se lo vuoi fare tu, io ci sto‘. E alla fine l’abbiamo fatto.
“In fondo non avrei mai potuto dire di no: sapevo che prima o poi avrei lavorato sugli X-Men, ma non sapevo se fossi davvero pronto per farlo, si tratta di una bella impresa e avevo un altro paio di progetti in corso. Ma poi mi sono detto: ‘Con chi altro vorresti fare una cosa del genere se non con Joss?’. Alla fine ci siamo divertiti, perché non si trattava di lavoro, ma di passare il tempo con un amico”.
Anche il lettore percepiva questa sintonia. Da dove siete partiti per raccontare gli X-Men?
“Una cosa su cui abbiamo ragionato molto con Joss era la necessità che quelle storie fossero accessibili a tutti, anche per chi non aveva mai letto una sola storia dei mutanti. Anche io non ne leggevo da anni. Era come se anche io fossi uno dei nuovi lettori. Inoltre non volevamo giocare con i giocattoli di altri, o incasinarne le storie. Tutti i legami esistenti c’erano, ma abbiamo trovato un modo per agire lateralmente. Da un lato non stavamo tradendo tutto quello che era venuto prima, ma avresti potuto cominciare a leggere un nostro fumetto senza sentirti perso”.
A proposito di trovare un modo per raccogliere un’eredità e portarla avanti, in che modo sei riuscito ad avvicinarti al mondo di Star Wars, con la nuova serie cominciata nel gennaio 2015 insieme a Jason Aaron?
“Sapevo che la Marvel prima o poi avrebbe ricominciato a pubblicare i fumetti di Star Wars, visto che Disney aveva comprato sia la Casa delle idee sia Lucasfilm. La Marvel mi contattò proponendomi una cena per parlare proprio di Star Wars con qualche editor e allora chiesi loro che cosa intendessero con Guerre Stellari, quale epoca e quali personaggi. Io amo Star Wars, è nel mio dna, ma la storia deve essere interpretata in un certo modo. Mi parlarono della loro idea, dell’ambientazione subito dopo la distruzione della Morte nera, della presenza di Luke, Leia, Han… E quindi è stato un deciso sì”.
Ti sei posto il problema di essere all’altezza delle aspettative?
“È stata una grande sfida, ma penso di possedere uno stile molto cinematografico: l’idea di Jason e della Marvel era proprio dare l’impressione di essere in un film tra i film. Sapevo quindi di dover essere il più realistico e accurato possibile, in termini di somiglianza con gli attori e attenzione al dettaglio delle navicelle e di tutto quel mondo cinematografico.
“Ci sono stati momenti in cui disegnando quei numeri, se fossi stato su Planetary o X-Men, avrei mosso il punto di vista in giro, giocando di più con la macchina da presa. Ma in quel caso dovevo rimanere lineare, perché era quello il modo in cui era stata girata la trilogia originale di Star Wars e quella era la nostra missione, farlo sembrare uno di quei film.
“Per quanto riguarda i personaggi, ho cercato invece di arrivare a una via di mezzo tra la mia interpretazione di un personaggio e quella dell’attore, tra il mio Luke Skywalker e quello di Mark Hamill. È stato un lavoraccio: per ogni ora di disegno, passavo un’altra ora a studiare i dettagli di veicoli e armature. Ma sono soddisfatto, non avevo mai fatto una cosa del genere. Non c’era una pressione per far tutto nel modo giusto, quanto una responsabilità, perché tutto sarebbe entrato nel canone di Star Wars. È stato un onore”.
Dopo Star Wars hai lavorato a moltissime copertine. Da dove parti per realizzarne una?
“Le copertine sono complicate: se si tratta di un tuo albo, sai tutto della storia e dei personaggi, quindi è molto semplice realizzarla. Nel caso in cui si tratti di un volume che deve uscire dopo sei mesi, che magari parla di personaggi di cui non esistono ancora studi, allora devi riflettere su un primo numero di qualcosa che ancora non è completamente formato. Qui diventa difficile, anche perché ti puoi permettere solo un certo numero di pose da grande eroe nell’ombra. Ciò che puoi fare è fare le giuste domande all’editor, oppure parlare con i creatori della serie, per capire che cosa vogliono, quali dettagli possono darti sullo spirito della serie, su cosa la differenzia da tutte le altre. Alcune volte, però, non arriva nulla e allora diventa davvero complicato”.
Passando proprio alle serie, potremo vederti presto su una testata regolare?
“Sto lavorando a qualcosa e ora devo fare quello che dice ‘è top secret‘. Si tratta di un progetto che mi è molto caro, mi occuperò sia dei testi che dei disegni. Posso solo dire che non vedo l’ora che arrivi il prossimo anno”.
The post John Cassaday: “Ecco come ho ripensato i fumetti di Star Wars” appeared first on Wired.
Fonte: http://www.wired.it/play/fumetti/2016/10/31/john-cassaday-fumetti-star-wars/
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