lunedì 17 ottobre 2016

Into the Inferno, il documentario sui vulcani di Herzog e Oppenheimer

Into the Inferno

Potentissime esplosioni. Colate di lava. Demoni sputafuoco nascosti sottoterra. Un vero e proprio viaggio all’inferno, andata e ritorno. In cui Werner Herzog è Dante Alighieri, Clive Oppenheimer – docente alla University of Cambridge, tra i vulcanologi più importanti al mondo – il suo Virgilio. Sono i tratti salienti della storia che il regista teutonico ha appena raccontato nel suo Into the Inferno, un documentario che svela i segreti dei vulcani più leggendari del mondo, dal Sinabung dell’Indonesia al Paektu della Corea del Nord, passando per le montagne di Islanda ed Etiopia. Oltre a esplorare l’aspetto scientifico della questione, nel film il regista ha anche raccontato l’antichissimo legame tra vulcani, mitologia e spiritualità, ancora vivo in diverse comunità di tutto il mondo. Il film è stato appena presentato alla Festa del Cinema di Roma e il 28 ottobre prossimo sbarcherà su Netflix.

Werner Herzog - Into the Inferno
Werner Herzog

A margine della proiezione abbiamo incontrato Oppenheimer: ecco cosa ci ha raccontato.

Iniziamo dalla sua storia. Perché i vulcani le piacciono così tanto?

“Ho sempre desiderato essere un geologo. Sono cresciuto a Londra, da bambino mi portavano sempre al Geological Museum. Ero appassionato di rocce e fossili. E naturalmente di dinosauri, come tutti i bambini. Una passione che non è mai passata. A 19 anni ho fatto un viaggio in Indonesia, dove ho ammirato tantissimi vulcani. Poi mi sono iscritto a geologia, concentrandomi più sulla branca relativa ai terremoti. Ma nel corso del mio dottorato di ricerca ho avuto un tutor che aveva scritto un libro sui vulcani indonesiani che avevo amato anni prima.

“E sono tornato a occuparmi di vulcani, stavolta per sempre. Ma non solo in senso stretto: mi interessa come la vulcanologia si interfaccia con archeologia, matematica, fisica, biologia, storia”.

Clive Oppenheimer - Into the Inferno
Clive Oppenheimer

Parliamo di scienza. Purtroppo al momento non è possibile prevedere i terremoti. Per le eruzioni vulcaniche la situazione è diversa? Come monitoriamo i vulcani?

“Siamo bravissimi nelle previsioni del tempo. E pessimi nelle previsioni dei terremoti. Le eruzioni vulcaniche sono un po’ nel mezzo: un vulcano che erutta senza alcun precursore sarebbe un evento davvero molto inusuale. Può succedere, ma è molto improbabile: per essere pronti a eventuali emergenze, dunque, è assolutamente necessario monitorare da vicino i vulcani, tenendo traccia dei sismi – che spesso precedono o accompagnano le eruzioni –, analizzando i gas emessi dai crateri, studiando eventuali mutazioni nella forma del vulcano stesso.

“Un’analisi che oggi viene condotta con grande precisione anche dallo Spazio, grazie agli occhi dei satelliti. Comunque alla comunità scientifica manca ancora qualche tassello fondamentale: non siamo ancora capaci di discriminare con certezza, per esempio, quali sono i segnali che porteranno a un’eruzione e quali invece possono considerarsi ininfluenti o trascurabili. È su questo che stiamo lavorando”.

In Into the Inferno racconta di una catastrofica eruzione avvenuta 70mila anni fa che stravolse la vita sul nostro pianeta. Quali sono le probabilità che si verifichi di nuovo un evento del genere?

“Si tratta della cosiddetta catastrofe di Toba, l’esplosione di un supervulcano indonesiano avvenuta tra 70 e 80mila anni fa. Fu un evento davvero catastrofico, probabilmente il più potente degli ultimi 500mila anni, di cui è testimonianza diretta un enorme cratere di oltre 100 chilometri di diametro, visibile dallo Spazio, e i sedimenti di polvere e pomice con la stessa datazione rinvenuti in India e persino in Africa orientale. Le conseguenze dell’eruzione non sono state accertate con sicurezza: secondo alcuni, l’evento fu così forte da spazzare via quasi del tutto la specie umana, lasciando in vita solo poche centinaia di persone.

“Comunque siano andate le cose, la nostra specie è ancora qui, ancora viva, il che la dice lunga sulla resilienza dell’essere umano e sulla nostra estrema adattabilità. Per quanto riguarda il futuro, è ipotizzabile pensare che un evento del genere, prima o poi, si ripeta. Naturalmente, la probabilità è molto bassa. Ed è difficile stimare quando succederà – potrebbero passare altri 100mila anni – e quali sono le zone vulcaniche che più probabilmente ne saranno coinvolte”.

Se avesse una macchina del tempo, da vulcanologo, quale epoca visiterebbe?

“Sarei più interessato al passato che non al futuro. Perché, più che sapere cosa accadrà, mi interessa connettere quello che siamo ora a quello che è successo in passato. Probabilmente mi sposterei a 70mila anni fa, nella Rift Valley, quando l’Homo sapiens sapiens iniziava a migrare dall’Africa e a popolare il mondo. In questo modo avrei la possibilità sia di osservare da vicino i grandi eventi vulcanici del passato che di seguire l’origine della specie umana. In ogni caso, viaggerei sempre e comunque in epoche in cui è vissuto l’Homo sapiens sapiens”.

Nel film, il regista indugia a lungo sulla connessione tra vulcani e religione, superstizione, mitologia. Una connessione che resta viva ancora oggi.

“Certamente. Tutte le comunità che abbiamo studiato hanno costruito, nel corso del tempo, una grande cosmologia attorno ai vulcani. Cosmologia che certamente affonda le radici in esperienze di migliaia di anni fa, ma che permeano ancora oggi usi, costumi e credenze di quelle comunità. Le tribù che abitano nei pressi del vulcano Marapi, a Sumatra, credono nell’esistenza di un guardiano della montagna che ha il compito di fare da intermediario tra lo spirito del vulcano e le persone.

“Si tratta di un modo per spiegare fenomeni apparentemente inspiegabili, se non si ha la conoscenza scientifica per farlo. Tutti questi sistemi di credenze non vanno sottovalutati, perché possono insegnarci moltissimo su come le persone comunicano con il vulcano e come l’essere umano si approccia a eventi così tanto più grandi di lui”.

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Fonte: http://www.wired.it/play/cinema/2016/10/17/into-the-inferno-documentario-vulcani/

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