L’atteggiamento “schermo, vade retro”, ha accompagnato la pedagogia per lungo tempo. Tenere i bambini lontani dai dispositivi, concedendo loro un massimo di due ore al giorno, è stato per anni l’imperativo di medici ed educatori, senza spesso tener conto della distinzione tra tipologia di mezzo e contenuti trattati, e tra differenti età dello spettatore. E, soprattutto, dei momenti di condivisione con gli adulti.
L’aria è cambiata. L’American Academy of Pediatrics (AAP) dopo anni di approccio non proprio amichevole nei confronti del rapporto bambini-tecnologia, sembra aver optato per una strategia più riflessiva, che integra l’attualità con il buon senso. L’organizzazione statunitense ha pubblicato uno strumento interattivo chiamato “Family Media Plan” una guida che aiuti i genitori a comprendere quali tipi di media sono più adeguati alla fascia d’età dei loro figli, per quanto tempo nell’arco della giornata.
“Se i supporti vengono utilizzati in modo appropriato e ragionato, i media possono migliorare la vita quotidiana. Altrimenti, possono rimpiazzare molte attività importanti, come l’interazione faccia a faccia, il tempo trascorso in famiglia, il gioco all’aperto, esercizio fisico, i tempi di inattività e il sonno“, si legge nell’introduzione.
Il bilanciamento, infatti, resta un’accortezza fondamentale, specie per i ragazzi in età scolare, dice l’Aap: è necessario che il tempo davanti allo schermo non interferisca con altre attività importanti (come quelle su menzionate). Per i bambini sotto i 18 mesi l’uso di schermi è da evitare del tutto, con eccezione di strumenti come Skype o FaceTime, per le chiamate con i nonni e parenti lontani.
I bambini tra i 18 ai 24 mesi possono essere introdotti ai media digitali, con “una programmazione di qualità” che i genitori dovrebbero guardare insieme ai figli, per aiutarli a capire quello che stanno vedendo. La “programmazione di qualità” non è meglio definita, ma su questo l’Italia gioca facile, con molte app d’eccellenza dedicate all’infanzia.
Programmazione di qualità anche per i piccoli dai 2 ai 5 anni, un’ora al giorno disponibile per attività che prevedano uno schermo. Anche in questo caso, l’Aap chiede ai genitori di essere spettatori insieme ai figli.
Compiuti i sei anni, i bambini dovrebbero ricevere comandi su “limiti coerenti” in merito al tempo trascorso sui media, con particolare riferimento ai contenuti d’intrattenimento.
Gli adulti, consigliano i pediatri, dovrebbero mantenere delle zone “multimedia free” e degli spazi, nell’arco della giornata, liberi anch’essi dall’uso di dispositivi vari (vedi la cena, o i viaggi in auto). Per attuare queste misure educative bisogna anche che i genitori facciano i conti con la realtà descritta dai dati più recenti: ragazzi e bambini passano circa quattro giorni al mese con lo smartphone in mano.
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Fonte: http://www.wired.it/internet/web/2016/10/31/smartphone-bambini-pediatri/
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